La relativa scarsità di vocazioni al sacerdozio oggi, rispetto al passato, è un dato di fatto, e continua a porre il problema della sua interpretazione.
L’impatto del calo demografico, del benessere, della secolarizzazione sulla cultura, sui rapporti sociali e familiari, sui valori diffusi, sulle scelte giovanili e sulla stessa figura del prete sono fattori importanti. Ma è necessario anche comprendere come il tema del farsi prete oggi sia sentito all’interno della Chiesa.
Vittorio Morero pone l’accento sul rapporto tra la comunità e le vocazioni che nascono all’interno di essa e suggerisce di guardare con coraggio la realtà e pensare alla possibile distinzione, non estranea alle origini del cristianesimo, tra il presbitero sacerdote e il presbitero laico, cioè l’anziano della comunità che la guida stabilmente, recuperando anche la capacità di andare al di là delle proposte massificanti per passare a un «a tu per tu» che permette alla persona di accogliere una proposta e dare una risposta.
Affiorano così, lungo il percorso offerto dall’Autore, delle prospettive interessanti e positive, che stimolano a pensare un modo di essere prete purificato dalle incrostazioni storiche e incardinato in un rapporto diretto e originario con la comunità cristiana.